giovedì 24 marzo 2016

Diario Equatoriale - Parte III di Valerio (Rappresentante Paese)

Continua la rubrica "Diario equatoriale" di Valerio, il nostro "rappresentante-Paese", in Camerun ormai da ben cinque anni!
Oggi vi proponiamo la terza puntata di questa interessante rubrica (sono sei in tutto, la prima e la seconda le potete trovare qui e qui).

Alla prossima settimana e...buona lettura!  

[febbraio 2011]
Ora sono le 8:48 del 18. Ieri la corrente non c’è stata per tutto il giorno; quando il buio è sceso, verso le 18, abbiamo acceso il generatore. Poi è saltato anche un rubinetto in cucina, quindi abbiamo chiuso l’acqua. Il mio cell ancora non è attivo e il modem bruciato dal fulmine ancora non è stato riparato e comunque non c’è internet in tutta la città perché il fulmine ha colpito anche l’antenna principale. C’est l’Afrique!
Ciononostante, abbiamo cucinato 2 pizze (una al pomodoro, peperoni, formaggio e l’altra al pomodoro, porri, prosciutto, funghi e pecorino), un timballo di riso fatto col riso avanzato a pranzo (che era con pomodoro, carote e acciughe), patate in padella col rosmarino, e porri al sugo. A cena c’erano anche Marcial e Bobi, il suo vicino di casa che va a una scuola per la gestione delle foreste.

In giornata eravamo stati al mercato di Sangmelima a fare un po’ di spesa per la scuola: un po’ di carne e di pollo, perché abbiamo cambiato il menù per i bambini, e dei semi di porri, pomodori, melanzane e basilico perché vogliamo rilanciare l’orticello che abbiamo qui. Il mercato è abbastanza grande, i banchi hanno tutti le stesse cose ma i generi di prima necessità si trovano senza problemi. Al bambino che ci portava la spesa con la carriola abbiamo dato 600 fcfa (quasi 1 euro), e sembrava felice come se avesse ricevuto chissà quale cifra.
Poi siamo passati a trovare Benjamin, un bambino di 3 anni che Claudia aveva portato lunedì all’ospedale perché coperto di piaghe e pustole a causa della tigna. Lo abbiamo trovato un po’ meglio, ma sempre in cattive condizioni. Purtroppo la zia, che si occupa di lui, trascura le indicazioni di medici e volontari: lo veste sempre con gli stessi vestiti - nonostante le siano stati comprati de vestitini nuovi per il bimbo -, non segue le più basilari regole igieniche e non è venuta neanche a chiederci aiuto quando ha finito i medicinali contro la tigna, come invece le avevamo detto di fare. Ci ha risposto che queste sono le malattie locali e che quindi non ci si può far niente… che è anche vero, ma se non vuole veder morire il bambino, qualche piccola attenzione la dovrà pur avere. Lunedì ci torneremo con la maestra di Benjamin. 

Poi siamo stati da Mama Lucie, una signora anziana che gestisce un orfanotrofio con 22 bambini e alcuni anziani indigenti. Se la passano veramente male: tetti  in lamiera, pavimento in terra battuta, muri in paglia e fango… Povera Mama Luicie, fa il possibile con quello che ha.

Nel pomeriggio, invece, siamo andati a prendere Habiba, una ragazza Haussa (musulmana del nord) bellissima, alta e slanciata, sorella di Abu (il mio accompagnatore a Yaoundé) perché ci accompagnasse a prendere delle stoffe per il corso di cucito che si tiene il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Claudia, Denise ed io seguivamo per le vie infangate, strette e buie del mercato questa sinuosa figura vestita con un tradizionale abito celeste e ricamato di bianco, con un foulard in testa della stessa foggia. 

Stasera forse partiremo per Yaoundé con i pulmini condivisi, così da farci due giorni in città.

[continua... ]

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