giovedì 31 marzo 2016

Diario Equatoriale - Parte IV di Valerio (Rappresentante Paese)

Continua la rubrica "Diario equatoriale" di Valerio, il nostro "rappresentante-Paese", in Camerun ormai da ben cinque anni!
Oggi vi proponiamo la quarta puntata di questa interessante rubrica (sono sei in tutto: le precedenti le potete trovare qui, qui e qui).

Alla prossima settimana e...buona lettura!  


[febbraio 2011]
Con le ragazze mi trovo veramente bene. Ognuno col suo carattere, ma il feeling è stato immediato!
Claudia è poco più grande di me, estremamente dolce e gentile. Piccolina fisicamente, spesso viene scambiata dai locali per una suora, anche se non lo sembra affatto! Ha una risata simpaticissima, è spontanea ed estremamente disponibile, ma al tempo stesso sa farsi valere quando serve.  E’ la volontaria dell’anno scorso che quest’anno è stata assunta dall’associazione. In realtà, se il progetto esiste è grazie a lei, che è riuscita ad imprimere un’accelerata decisiva a Villaggio. E’ grazie a lei se io oggi mi trovo in una realtà avviata, con un centinaio di bambini, il personale locale molto legato al progetto e un’ottima nomea nella zona. Ah, parla francese come una camerunense, il che le conferisce un’aura simpaticissima! E’ fidanzata con Marcial, l’autista, che è un tipetto calmissimo e sempre felice, molto simpatico anche lui. 

Denise invece sembra una bambina in un corpo da cartone animato! Simpaticissima, è contenta per ogni cosa. Per esempio: Claudia propone di fare la pizza? Lei subito grida “Yuppie” con le braccia alzate! Riscuote un forte successo con i locali per il suo essere totalmente bianca, con i capelli rossi…e per i nove tatuaggi!

Ammetto di essere stato decisamente fortunato per quanto riguarda le mie compagne d’esperienza!

Ah, ieri sera siamo pure riusciti a catturare il topolino che avevamo in casa e che il primo giorno aveva assaggiato le linguine di grano duro portate dall’Italia. L’ho buttato nella brousse perché Claudia e Denise non volevamo che lo ammazzassi e neanche io me la sentivo tanto. Sicuramente tornerà.

[continua... ]

giovedì 24 marzo 2016

Diario Equatoriale - Parte III di Valerio (Rappresentante Paese)

Continua la rubrica "Diario equatoriale" di Valerio, il nostro "rappresentante-Paese", in Camerun ormai da ben cinque anni!
Oggi vi proponiamo la terza puntata di questa interessante rubrica (sono sei in tutto, la prima e la seconda le potete trovare qui e qui).

Alla prossima settimana e...buona lettura!  

[febbraio 2011]
Ora sono le 8:48 del 18. Ieri la corrente non c’è stata per tutto il giorno; quando il buio è sceso, verso le 18, abbiamo acceso il generatore. Poi è saltato anche un rubinetto in cucina, quindi abbiamo chiuso l’acqua. Il mio cell ancora non è attivo e il modem bruciato dal fulmine ancora non è stato riparato e comunque non c’è internet in tutta la città perché il fulmine ha colpito anche l’antenna principale. C’est l’Afrique!
Ciononostante, abbiamo cucinato 2 pizze (una al pomodoro, peperoni, formaggio e l’altra al pomodoro, porri, prosciutto, funghi e pecorino), un timballo di riso fatto col riso avanzato a pranzo (che era con pomodoro, carote e acciughe), patate in padella col rosmarino, e porri al sugo. A cena c’erano anche Marcial e Bobi, il suo vicino di casa che va a una scuola per la gestione delle foreste.

In giornata eravamo stati al mercato di Sangmelima a fare un po’ di spesa per la scuola: un po’ di carne e di pollo, perché abbiamo cambiato il menù per i bambini, e dei semi di porri, pomodori, melanzane e basilico perché vogliamo rilanciare l’orticello che abbiamo qui. Il mercato è abbastanza grande, i banchi hanno tutti le stesse cose ma i generi di prima necessità si trovano senza problemi. Al bambino che ci portava la spesa con la carriola abbiamo dato 600 fcfa (quasi 1 euro), e sembrava felice come se avesse ricevuto chissà quale cifra.
Poi siamo passati a trovare Benjamin, un bambino di 3 anni che Claudia aveva portato lunedì all’ospedale perché coperto di piaghe e pustole a causa della tigna. Lo abbiamo trovato un po’ meglio, ma sempre in cattive condizioni. Purtroppo la zia, che si occupa di lui, trascura le indicazioni di medici e volontari: lo veste sempre con gli stessi vestiti - nonostante le siano stati comprati de vestitini nuovi per il bimbo -, non segue le più basilari regole igieniche e non è venuta neanche a chiederci aiuto quando ha finito i medicinali contro la tigna, come invece le avevamo detto di fare. Ci ha risposto che queste sono le malattie locali e che quindi non ci si può far niente… che è anche vero, ma se non vuole veder morire il bambino, qualche piccola attenzione la dovrà pur avere. Lunedì ci torneremo con la maestra di Benjamin. 

Poi siamo stati da Mama Lucie, una signora anziana che gestisce un orfanotrofio con 22 bambini e alcuni anziani indigenti. Se la passano veramente male: tetti  in lamiera, pavimento in terra battuta, muri in paglia e fango… Povera Mama Luicie, fa il possibile con quello che ha.

Nel pomeriggio, invece, siamo andati a prendere Habiba, una ragazza Haussa (musulmana del nord) bellissima, alta e slanciata, sorella di Abu (il mio accompagnatore a Yaoundé) perché ci accompagnasse a prendere delle stoffe per il corso di cucito che si tiene il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Claudia, Denise ed io seguivamo per le vie infangate, strette e buie del mercato questa sinuosa figura vestita con un tradizionale abito celeste e ricamato di bianco, con un foulard in testa della stessa foggia. 

Stasera forse partiremo per Yaoundé con i pulmini condivisi, così da farci due giorni in città.

[continua... ]

giovedì 17 marzo 2016

Diario Equatoriale - Parte II di Valerio (Rappresentante Paese)

Continua la rubrica "Diario equatoriale" di Valerio, il nostro "rappresentante-Paese", in Camerun ormai da ben cinque anni!
Oggi vi proponiamo la seconda puntata di questa interessante rubrica (sono sei in tutto e la prima la potete trovare qui).
Alla prossima settimana e...buona lettura!  

[Febbraio 2011]
Ieri ho avuto il compito di andare a fare la spesa a Yaoundé con Abu, l’autista che conosce a memoria la città e Marcial, il nostro autista. Partenza alle 7, poi spostata alle 9. Ovviamente siamo partiti dal villaggio alle 11, abbiamo fatto benzina (588 Fcfa a litro, 0,90 euro, qui un salasso), abbiamo comprato un po’ di cola lungo la strada (un frutto che a loro piace tanto, ma che io trovo amarissimo…e per fortuna che non ho assaggiato la cola du lion considerata quasi impossibile da mangiare perché eccessivamente piccante)  e abbiamo preso la strada per la capitale. La strada è veramente buona, a due corsie, attraversa per 150 km tutta la foresta, piccoli villaggi di case di paglia e fango, marecages (paludi) e ponti in costruzione (chiamati da Abu i “cerotti elettorali”, interventi destinati – secondo lui – non a risolvere la situazione, ma solo a guadagnare consensi elettorali in vista delle elezioni presidenziali che si terranno, se non sbaglio, verso settembre-ottobre[2011]).
Ci siamo fermati a un paio di “caselli autostradali” - due gabbiotti sui lati e una striscia chiodata al centro che viene spostata una volta pagato il pedaggio (500 Fcfa, meno di 1 euro) -, dove abbiamo comprato da alcuni bambini delle bustine di canna da zucchero da mangiare durante il viaggio (mordi la canna ed esce un liquido dolciastro molto buono e rinfrescante).

La città è veramente caotica, traffico, gente ovunque e caldo. E’ comunque una bella città, estesa su 7 colli, con bei palazzi e quartieri poveri. I filtri per il nostro depuratore dell’acqua sono stati facili da trovare (l’acqua non filtrata sa di ferro, rossa come la terra color sangue). Anche fare la spesa è stato abbastanza facile: i grandi supermercati a Yaoundé sono due, uno è il Casino, francese, l’altro il Mahima, indiano. Siamo andati al primo:  non c’è molta scelta fra i prodotti, tutti molto cari, ma generalmente sono cose che non trovi en brousse.
I problemi sono sorti quando abbiamo cercato la bicicletta per Marcial: nuove sono carissime (anche 240mila franchi, circa 400 euro, e lui ne guadagna 40 000 al mese), usate sono tutte in pessime condizioni. Comunque nelle nostre mille peripezie per trovare questa mountain bike ho avuto il tempo di mangiare eccellenti brochettes de beuf e di fegato in un posto veramente improbabile, e parlare una buona mezz’ora con un ragazzo visibilmente poco lucido, con gli occhi rossi e le palpebre a metà, anche se estremamente calmo e gentile, che ha subito cercato di vendermi la carta di credito di un cinese di nome Jyn perché sulla carta “c’è scritto International, e quindi anche tu la puoi usare”. Dopo avergli dimostrato il mio scarso interesse per l’articolo, mi ha proposto una dentiera con 6 denti. Dato che lui voleva farsi mettere un dente da “alcuni arabi” e questi gli avevano chiesto 11 000 Fcfa (circa 18 euro), la dentiera secondo lui valeva almeno 66 000 fcfa più il costo del metallo. Io gli ho consigliato di venderla a qualche dentista, sicuramente più propenso ad acquistarla.
Per farla breve siamo tornati a casa solamente alle 21, con il cofano pieno di acquisti e una bellissima mountain bike senza camera d’aria posteriore.

[continua...]

giovedì 10 marzo 2016

Diario Equatoriale - Parte I di Valerio (Rappresentante Paese)

Inauguriamo una nuova, piccola rubrica: il "Diario Equatoriale" di Valerio, il nostro "rappresentante-Paese", in Camerun ormai da 5 anni. Questo diario fu scritto nel suo primo anno in Africa, quando era ancora un "semplice" volontario in Servizio Civile.Il racconto uscirà in sei puntate, una a settimana. Di seguito, trovate la prima: "Impressioni di febbraio". 

Buona lettura!


[17 febbraio 2011] Scusate il ritardo. E’ vero che il mio progetto prevedeva anche connessione wi-fi, ma siamo pur sempre in Africa e quindi il modem è stato grillé da un fulmine il giorno prima del mio arrivo mentre per attivare la carta Sim locale mi hanno detto che ci vorranno 3 giorni (hanno anche aggiunto che mi dovevo ritenere fortunato perché prima ci volevano tre settimane!). Fatta questa premessa, qui è il Paradiso! L’arrivo era già stato beneaugurante: l’aeroporto di Yaoundé si trova nella foresta, e noi, avendo un’ora di ritardo (siamo arrivati verso le 18) abbiamo potuto assistere alla nebbia che emergeva dagli alberi, uno spettacolo.  L’odore che respiri appena arrivato è un profumo di umidità e di buono, un profumo capace di tranquillizzare, di farti sentire a casa. E’ l’odore che avevo lasciato in Gabon e che fortunatamente ritrovo qui. Anche il Villaggio Fraternité è immerso nella foresta, siamo a pochi km di strada rossa e polverosa da Sangmelima la belle (chiamata ufficialmente così da quando è stata nominata la città più pulita del Camerun, titolo guadagnato grazie all'ex sindaco). Il villaggio si estende su un territorio scosceso abbastanza ampio. Al suo interno ci sono una dozzina di edifici (scuola, mensa, ufficio, quattro case, area giochi), un pozzo dove vengono a rifornirsi le famiglie locali, un bananeto, un orticello che stiamo cercando di riavviare, e una piccola area giochi. Il tempo si espande, perde la sua misurabilità, tutto diventa “atemporale”. Come ha detto Abu, un ragazzo Haussa del Camerun del Nord che, come mi ha dimostrato, conosce a memoria le strade di Yaoundé, il tempo “siamo noi a fabbricarlo, se c’è bisogno di tempo noi lo creiamo”.
In realtà questa settimana sarà tranquilla perché la scuola è chiusa per un corso di aggiornamento delle maestre, ma dalla prossima si inizierà a pieno regime.  
L’impressione è di trovarti in un’altra dimensione con questi alberi enormi che ti osservano dietro la staccionata bianca del villaggio, gli uccelli equatoriali che cantano di giorno e urlano di notte, le lucertole colorate che camminano sui muri, le papaye e i manghi che puoi raccogliere per terra, la terra rossa che entra ovunque, negli occhi, nelle scarpe, fra i capelli. Mentre scrivo sono le 8:24 di giovedì 17 febbraio[2011]. La sveglia è suonata alle 6:40 per andare a prendere Pauline e George al villaggio per poi portarli a scuola. Oggi la Toyota station wagon la guidava Denise; ieri invece è stato il mio “battesimo del fuoco”. Guidare per queste strade sterrate, con la macchina carica di bambini è veramente un’emozione straordinaria. Ho detto carica perché all’andata i bambini erano solo due, ma al ritorno, in macchina, eravamo almeno 8 o 9.


                                                                                                                                                                                                                                                                                  [continua...]