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martedì 26 marzo 2019

Elisabetta racconta perché ha scelto di fare il servizio civile


Mi chiamo Elisabetta, ho 21 anni e sono nata e cresciuta a Roma. Studio Lingue e Culture Straniere, in particolare spagnolo e francese. Ho iniziato ad appassionarmi alle lingue quando andavo alle medie perché ho iniziato a studiare spagnolo. Lo spagnolo occupa una parte molto importante nella mia vita, sia perché i miei studi dopo la scuola media sono stati scelti in funzione di questa lingua, sia perché è in parte causa di un momento di crisi che mi ha portato poi a scegliere di presentare domanda per il Servizio Civile.

Nell’estate 2017 ho dato il mio primo esame di spagnolo all’università, ma purtroppo sono stata bocciata. Questo ha scaturito in me molti pensieri negativi, dettati soprattutto dall’insicurezza, che mi hanno bloccato per un anno intero. Un anno in cui mi sono sentita persa, in cui non sapevo bene cosa fare o dove andare. Non ero motivata, ma sentivo il bisogno di impegnarmi in un qualcosa che mi facesse stare bene, che mi aiutasse ad uscire dal groviglio di negatività in cui ero entrata. Così a Settembre ho deciso di fare domanda per il Servizio Civile con l’obiettivo di impegnarmi in un progetto che mi desse tante emozioni e per iniziare a sciogliere il groviglio che avevo dentro.

Sono venuta a conoscenza del progetto di Avaz tramite i miei genitori perché conoscono alcuni volontari dell’associazione. Il progetto di Educazione allo Sviluppo mi ha incuriosito fin da subito perché mi ha un po’ ricordato quello che facevo nella mia parrocchia come educatrice di Azione Cattolica. La scelta di fare domanda per il Servizio Civile unita a quella di iniziare una terapia dalla psicologa, sono stati i primi passi che ho mosso verso me stessa.

Devo ammettere che ero molto preoccupata quando sono partita per la formazione generale per il Servizio Civile che si è tenuta a Catania, sia perché non avevo una preparazione sulle ONG e sulla Cooperazione, sia perché sono timida e faccio fatica a relazionarmi con gli altri. Ho iniziato la settimana con la voglia di piangere per la paura e l’ho finita allo stesso modo perché non volevo finisse così presto. È stata una settimana piena di emozioni, ho imparato cose nuove e soprattutto mi sono messa in gioco. Ero l’unica della mia ONG e questo mi spaventava. Per fortuna ho conosciuto delle persone fantastiche che mi hanno accolto facendomi sentire a casa. Ho scoperto quanto sia importante creare dei legami con chi ci sta intorno perché solo così possiamo essere sereni e vivere bene. Esco da questa settimana di formazione piena di energia.

Da quest’anno mi aspetto di ricevere tante emozioni. Sarà un anno in cui metterò tutta l’energia ricevuta dalla settimana di formazione e spero solamente di svolgere a pieno il mio ruolo.
Qual è il mio ruolo? Io sono una volontaria e come volontaria ho il compito di creare una rete di tessitori, una rete di persone che come dei fili s’intrecciano tra di loro dando vita a un qualcosa di unico, colorato e forte, tanto forte.

Elisabetta De Angelis

martedì 29 settembre 2015

30 anni d'impegno - l'esperienza di Annalisa (Bottega Popolinsieme)

Tutto è cominciato tanti anni fa, quando ho scoperto la Bottega e ne sono diventata cliente. Mi è sempre piaciuto entrare lì dentro: era un po' come entrare in un mondo diverso, dove tutto sapeva di buono. E non mi riferisco solo ai sapori: parlo di un modo di vedere le cose e di viverle che va oltre l'apparenza, oltre tutto quello che cercano di importi come giusto, necessario, indispensabile. Le parole "solidale", "equo" hanno cominciato ad entrare nel mio modo di concepire i fatti, di leggere le informazioni provenienti dall'esterno, di valutare le scelte da fare quotidianamente.
Mi piaceva molto la laicità del progetto: per me che venivo da una realtà parrocchiale, accorgermi che fuori da essa qualcuno aveva concepito percorsi di solidarietà, di attenzione verso il prossimo, era come scoprire di poter uscire da quelle mura mantenendo uno stile, una coerenza e alcuni principi che condividevo.
Nel tempo, da cliente, sono diventata volontaria, quindi responsabile della Bottega.
E' un'esperienza cominciata solo da qualche mese che da subito mi ha completamente assorbita e coinvolta. Ho incontrato le volontarie storiche ed avuto la possibilità di accogliere le nuove: sono tutte signore che possono insegnarmi tanto, come donne - capaci sempre di guadare avanti, di mettersi in gioco e non chiudersi nel proprio piccolo universo - e come persone, che credono nella verità più semplice di tutte: le grandi imprese sono il risultato dei piccoli contributi di ciascuno.
Così ispirata, procedo in questa avventura, affiancata da persone che sanno supportarmi, ferma nella convinzione che un mondo più giusto può e deve esistere e che tanto è determinato dalle nostre scelte, per quanto piccole e individuali.


Annalisa

giovedì 14 marzo 2013

Le nostre attività



Avaz Onlus - Associazione Volontari per lo Sviluppo dei Popoli


Missione

L’Associazione si propone come obiettivo di contribuire alla lotta contro ogni forma di povertà e di emarginazione e all’affermazione della dignità, dei diritti civili e sociali dell’uomo.


Panoramica società

Organismo non governativo riconosciuto idoneo dal MAE federato con Focsiv Volontari nel Mondo Associato alla Piattaforma delle ONG ITALIANE.


Descrizione

L’Avaz, è nata il 3 ottobre 1985, su iniziativa di un gruppo di persone impegnate nel sociale e spinte da un comune ideale di solidarietà: aiutare le popolazioni povere del mondo contribuendo alla promozione dello sviluppo e della pace.


Informazioni generali

L'Associazione è stata impegnata per più di venti anni nella Repubblica democratica del Congo nella zona del nord Kiwu. Attualmente è presente nella Repubblica del Camerun con il progetto "Villaggio Fraternitè" e a Roma gestisce la Bottega del Mondo "Popolinsieme" per la promozione del commercio equo e solidale.