mercoledì 13 dicembre 2017

Ecco perché Anna ha scelto il Servizio Civile

A Marzo 2015 ho iniziato a lavorare in un centro accoglienza per richiedenti asilo a Milano, dove sono stata a contatto con ragazzi di diverse nazionalità africane. Più i giorni passavano, più mi rendevo conto di come alcune loro idee e alcuni loro comportamenti erano davvero difficili da “decifrare” e quindi comprendere secondo le nostre categorie “occidentali”. Tutto ciò portava a incomprensioni e conflitti, che erano invece facilmente risolvibili quando ci si fermava a ragionare, uscendo dai quei preconcetti costruiti secondo la nostra cultura.

Da qui nasce quindi la voglia di immergermi io stessa in un paese a me sconosciuto da ogni punto di vista, per due motivazioni in particolare: innanzitutto per fare un’esperienza che mi desse la possibilità di conoscere più da vicino una di quelle culture con cui quotidianamente ero in contatto grazie al mio lavoro. In secondo luogo, ma non meno importante, per provare cosa vuol dire essere straniera, trovarsi catapultata in un paese così lontano geograficamente e culturalmente dal mio, un paese di cui so solo quelle poche informazioni reperibili sul web (e chissà se poi corrispondono alla realtà). 
Per la prima volta sarò io a dovermi adeguare a usi, costumi, linguaggi altrui. Credo che, per chi come me vuole lavorare nell’ambito delle migrazioni, sia indispensabile fare esperienza di quelle sensazioni di spaesamento e frustrazione iniziali, tipiche delle situazioni di emigrazione.

A tutte queste belle e ragionevoli motivazioni, si aggiunge quella che io definisco “vocazione”, un qualcosa dentro di me che mi dice “Vai!”, una forza inspiegabile che mi spinge a prendere decisioni come questa: “Mollo tutto e faccio un anno di servizio civile in Camerun”, una decisione pazza e irresponsabile per la maggior parte dei miei amici e famigliari, l’unica decisione di buon senso che, a mio avviso, potevo prendere in questo momento della mia vita.
Non ci sono motivazioni comprensibili alla ratio umana, ma solo una spinta interiore impossibile da spiegare con le parole.


Anna Franzoni
Volontaria in Servizio Civile in Camerun 

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