giovedì 7 aprile 2016

Diario Equatoriale - Parte V di Valerio (Rappresentante Paese)

Continua la rubrica "Diario equatoriale" di Valerio, il nostro "rappresentante-Paese", in Camerun ormai da ben cinque anni!
Oggi vi proponiamo la quinta puntata di questa interessante rubrica (sono sei in tutto: le precedenti le potete trovare qui, qui, qui e qui).

Alla prossima settimana e...buona lettura!  


Sono le 11:33 di giovedi 24 febbraio [2011].  E’ passata quasi una settimana dall’ultima volta che ho scritto qui. Il weekend è andato molto bene: abbiamo passato 2 giorni a Yaoundé, visitando e facendo un po’ di spese. Yaoundé è caotica anche durante i giorni festivi: traffico, clacson, e caldo non ci abbandonano mai. Il sabato siamo andati in un orfanotrofio tenuto da una suora italiana, Suor Angela, dove Claudia ha vissuto per un mese alcuni anni fa. I bambini ci hanno accolto con sorrisi, grida e giochi, poi hanno recitato alcune canzoni natalizie e alcune “filastrocche educative” (contenenti informazioni sul Cameroun, sulla sua bandiera, sui numeri da chiamare in caso di problemi ecc.). Abbiamo visitato anche la cattedrale e, sotto un acquazzone equatoriale,  il Museo dell’arte camerunense. 

Lunedì è iniziato il vero lavoro. La scuola è entrata nel pieno con tutti i suoi 100 bambini. Come sempre, ci siamo svegliati alle 6:20 per andare con la macchina a raccogliere i bambini nei villaggi, mentre Marcial batteva la città col pulmino. Dopo averli accompagnati in classe ne abbiamo portati 4 in ospedale: una aveva delle uova di ameba nello stomaco, un’altra aveva la malaria, Benjamin doveva fare l’ultima iniezione contro la tigna e la quarta non ricordo. Dopo essere passati al mercato a prendere un po’ di cose per la mensa siamo andati dal meccanico per sistemare freni e chiusure della macchina. La sera, accompagnati dalla maestra Diane, siamo andati a parlare con la zia di Benjamin, che ovviamente non c’era. Ci ha aperto il suo compagno, un energumeno somigliante a Mike Tyson che dice di essere il preside di una scuola, cosa che temo esser vera. Benjamin dormiva a terra con suo fratello, tra un gatto pulcioso e una gallina in una gabbia. Nel letto vicino c’erano altri tre bambini un po’ più grandi. La maestra gli ha spiegato per l’ennesima volta che se avesse voluto che Benjamin guarisse, avrebbe dovuto adottare alcuni piccoli, semplici, ma fondamentali accorgimenti igienici; non mi è sembrato però che ci desse molto retta.

La sera a casa è tornato il topolino, questa volta temo toccherà ucciderlo.

[continua... ]

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