martedì 7 maggio 2013

L' Africa da Volontaria

L’Africa è sempre stata il mio sogno, ho scelto un percorso di studi in cooperazione internazionale proprio per poter realizzare le mie ambizioni, viaggiare e lavorare sul campo, provando a fare qualcosa di concreto, contribuire al  miglioramento delle condizioni di vita  delle cosiddette  “popolazioni  dei paesi in via di sviluppo”.

Dopo due brevi soggiorni in Kenya prima e in Camerun decido che è il momento di impegnarmi seriamente e per un periodo di tempo più lungo. Scelgo il Camerun come meta e incontro l’ AVAZ  l’ organizzazione che mi ha permesso di partire come volontaria in servizio civile in un progetto in fase di avviamento a Sangmelima, cittadina a sud del paese, verso il confine con il Gabon.


Da dicembre 2009 a dicembre 2012 il Villaggio Fraternité è stata la mia casa;   all’inizio era un cantiere, il centro era in fase di costruzione e ho dunque avuto la possibilità di ambientarmi  prima di iniziare  le attività per  l’organizzazione  e l’apertura  della scuola.


Naturalmente non sono mancate difficoltà, complicazioni e ritardi nel processo di avviamento del centro. Finalmente  a  settembre 2010 partiamo con le tre classi della scuola materna e il centro d’accoglienza: significa circa 120 bambini iscritti e un lavoro enorme per garantire un buon servizio a tutti coloro che hanno riposto la loro fiducia in noi. A settembre 2011 abbiamo avuto la possibilità di ingrandirci, integrando alla struttura le prime due classi della  scuola elementare.


Attualmente 360 bambini frequentano la nostra scuola e 92 sono “ospiti” del centro d’accoglienza, una struttura d’aiuto all’infanzia che si prende carico dei bambini meno fortunati offrendo  sostegno scolastico, dopo scuola, assistenza medica e due pasti al giorno.


Il Villaggio Fraternitè è un aiuto concreto per  quelle famiglie in difficoltà che vivono nei villaggi limitrofi, che non hanno la possibilità di pagare una retta scolastica e che altrimenti non potrebbero mandare i loro figli a scuola perché in Camerun anche la scuola “pubblica” si paga. In realtà di scuole ce ne sono molte, ma dato il numero consistente di bambini in età scolare, ci sono casi in cui in una classe tenuta da un singolo maestro si ritrovano più di 70 bambini. 


Durante il periodo vissuto  in Camerun mi sono frequentemente imbattuta in contraddizioni  e ho cominciato a percepire il nostro quotidiano, quello “europeo” o meglio ancora “italiano”, in modo diverso.

Si può provare ad essere attenti  a tematiche quali la povertà, la fame nel mondo, la carenza d’acqua ed essere allo stesso tempo solidali, ma mai si può capire a pieno quello che significa “mancanza” se non si vede con i propri occhi.


Ad alcune persone, anzi, a molte persone in Camerun, a Sangmelima mancano il cibo, le medicine, i libri e naturalmente i mezzi economici per poter vivere in modo dignitoso, ho riscontrato tantissime situazioni di mancanza che mi hanno fatto sentire impotente,  ma allo stesso tempo mi hanno aiutato a rivalutare tutto quello che noi diamo per scontato nelle nostre vite piene di beni materiali e di tutto quello di cui abbiamo bisogno.

La mia vita in Camerun era semplice, lì non si bada a tutte le formalità e allo strato superficiale delle cose e soprattutto non esiste l’affannata rincorsa verso gli obiettivi di ricchezza, prestigio, fama e bellezza..


In tanti sognano l’ Europa, ma con le idee poco chiare circa quello che troverebbero una volta arrivati qui. La televisione   mostra immagini di benessere e vite dorate e questo alimenta false speranze, fa nascere una sorta di invidia nei confronti dei “bianchi” pieni di soldi. Il confronto culturale a volte è difficile, ma io ho avuto la fortuna di incontrare persone speciali che mi hanno aiutato ad ambientarmi e sono state mie sincere amiche.


Questa esperienza mi ha arricchito tantissimo. Credo che esista una sorta di egoismo da parte del volontario perché i primi beneficiari del bene che intendiamo fare agli altri siamo noi stessi. Lavorare a contatto con i bambini, pensare di aiutarli a migliorare anche solo un po’ il loro avvenire,  ti spinge ad impegnarti sempre di più.


Durante gli ultimi mesi trascorsi a Sangmelima sono stata incaricata della Direzione della scuola elementare e questo mi ha dato la possibilità di osservare anche i più piccoli progressi di ogni singolo alunno, di avere uno stretto rapporto con i genitori ed immedesimarmi nei loro problemi, aiutarli a trovare soluzioni e farli sentire parte integrante del progetto che insieme a loro deve crescere e rispondere il più possibile alle loro esigenze.


Da alcuni mesi sono tornata in Italia sicura di aver vissuto l’esperienza più appagante della mia vita, continuerò ad occuparmi del progetto da qui, interagendo con i volontari impegnati sul campo.


Claudia Busiello


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.