L’Africa è sempre stata il mio sogno, ho scelto
un percorso di studi in cooperazione internazionale proprio per poter
realizzare le mie ambizioni, viaggiare e lavorare sul campo, provando a fare
qualcosa di concreto, contribuire al miglioramento delle condizioni di
vita delle cosiddette “popolazioni dei paesi in via di
sviluppo”.
Claudia Busiello

Dopo due brevi soggiorni in Kenya prima e in
Camerun decido che è il momento di impegnarmi seriamente e per un periodo di
tempo più lungo. Scelgo il Camerun come meta e incontro l’ AVAZ l’
organizzazione che mi ha permesso di partire come volontaria in servizio civile
in un progetto in fase di avviamento a Sangmelima, cittadina a sud del paese,
verso il confine con il Gabon.
Da dicembre 2009 a dicembre 2012 il
Villaggio Fraternité è stata la mia casa; all’inizio era un
cantiere, il centro era in fase di costruzione e ho dunque avuto la possibilità
di ambientarmi prima di iniziare le attività per
l’organizzazione e l’apertura della scuola.
Naturalmente non sono mancate difficoltà,
complicazioni e ritardi nel processo di avviamento del centro. Finalmente
a settembre 2010 partiamo con le tre classi della scuola materna e il
centro d’accoglienza: significa circa 120 bambini iscritti e un lavoro enorme
per garantire un buon servizio a tutti coloro che hanno riposto la loro fiducia
in noi. A settembre 2011 abbiamo avuto la possibilità di ingrandirci,
integrando alla struttura le prime due classi della scuola elementare.
Attualmente 360 bambini frequentano la nostra
scuola e 92 sono “ospiti” del centro d’accoglienza, una struttura d’aiuto
all’infanzia che si prende carico dei bambini meno fortunati offrendo
sostegno scolastico, dopo scuola, assistenza medica e due pasti al giorno.
Il Villaggio Fraternitè è un aiuto concreto per quelle
famiglie in difficoltà che vivono nei villaggi limitrofi, che non hanno la
possibilità di pagare una retta scolastica e che altrimenti non potrebbero
mandare i loro figli a scuola perché in Camerun anche la scuola “pubblica” si
paga. In realtà di scuole ce ne sono molte, ma dato il numero consistente di
bambini in età scolare, ci sono casi in cui in una classe tenuta da un singolo
maestro si ritrovano più di 70 bambini.
Durante il periodo vissuto in Camerun mi
sono frequentemente imbattuta in contraddizioni e ho cominciato a
percepire il nostro quotidiano, quello “europeo” o meglio ancora “italiano”, in
modo diverso.
Si può provare ad essere attenti a
tematiche quali la povertà, la fame nel mondo, la carenza d’acqua ed essere
allo stesso tempo solidali, ma mai si può capire a pieno quello che significa
“mancanza” se non si vede con i propri occhi.
Ad alcune persone, anzi, a molte persone in
Camerun, a Sangmelima mancano il cibo, le medicine, i libri e naturalmente i
mezzi economici per poter vivere in modo dignitoso, ho riscontrato tantissime
situazioni di mancanza che mi hanno fatto sentire impotente, ma allo
stesso tempo mi hanno aiutato a rivalutare tutto quello che noi diamo per
scontato nelle nostre vite piene di beni materiali e di tutto quello di cui
abbiamo bisogno.
La mia vita in Camerun era semplice, lì non si
bada a tutte le formalità e allo strato superficiale delle cose e soprattutto
non esiste l’affannata rincorsa verso gli obiettivi di ricchezza, prestigio,
fama e bellezza..
In tanti sognano l’ Europa, ma con le idee poco
chiare circa quello che troverebbero una volta arrivati qui. La
televisione mostra immagini di benessere e vite dorate e questo
alimenta false speranze, fa nascere una sorta di invidia nei confronti dei
“bianchi” pieni di soldi. Il confronto culturale a volte è difficile, ma io ho
avuto la fortuna di incontrare persone speciali che mi hanno aiutato ad
ambientarmi e sono state mie sincere amiche.
Questa esperienza mi ha arricchito tantissimo.
Credo che esista una sorta di egoismo da parte del volontario perché i primi
beneficiari del bene che intendiamo fare agli altri siamo noi stessi. Lavorare
a contatto con i bambini, pensare di aiutarli a migliorare anche solo un po’ il
loro avvenire, ti spinge ad impegnarti sempre di più.
Durante gli ultimi mesi trascorsi a Sangmelima
sono stata incaricata della Direzione della scuola elementare e questo mi ha
dato la possibilità di osservare anche i più piccoli progressi di ogni singolo
alunno, di avere uno stretto rapporto con i genitori ed immedesimarmi nei loro
problemi, aiutarli a trovare soluzioni e farli sentire parte integrante del
progetto che insieme a loro deve crescere e rispondere il più possibile alle
loro esigenze.
Da alcuni mesi sono tornata in Italia sicura di
aver vissuto l’esperienza più appagante della mia vita, continuerò ad occuparmi
del progetto da qui, interagendo con i volontari impegnati sul campo.
Claudia Busiello
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