Sto scrivendo queste righe comodamente seduto nella mia casa
di famiglia a Troina, appena di ritorno dal Cameroun. Con la comodità e il
calore familiare spero sia più semplice raccogliere le impressioni di questi
dieci mesi, per meglio scriverle e trasmetterle.
Ma tirare le somme di questo anno di servizio civile non è
in ogni caso facile, perché i risultati di questa breve e profonda esperienza
sono tanti, continuano a fiorire giorno dopo giorno, anche dopo il rientro; ne
ho goduto a fondo e continuerò a goderne. Sarebbe bello scrivere tra qualche
mese o anno, quando avrò capito meglio, quando ne avrò compreso i risultati
positivi e negativi; ma come ho imparato, non sono bravo con le promesse.
Sono partito con mille idee e con tanta voglia di fare e di
cambiare, come tutti insomma. Sento chiaro adesso il cambiamento in me stesso
cosi profondo seppur dopo un trascurabile arco di tempo; purtroppo non ne
percepisco ancora i particolari.
Torno carico di esperienze e di emozioni e allo
stesso tempo più semplice e leggero. Semplice come la gente che ho incontrato,
come questo articolo, come le mie emozioni adesso, semplicemente felice per
aver vissuto quasi un anno a Villaggio Fraternité, a
Sangmélima. Semplicemente soddisfatto per aver collaborato all'interno di questo
progetto sentendomi accettato e partecipe alla cooperazione internazionale.
Torno consapevole della potenza di questo strumento quando affidato alle mani
forti di una famiglia come Avaz, capace di creare Villaggio Fraternité, in cui
si aiuta la cosa più preziosa, i Bambini, e in cui ci si sente tranquilli e
accettati come a casa, a qualsiasi età, sia vivendoci per pochi mesi che
lavorandoci per anni.
Villaggio è una scuola, e viene da domandarsi cosa ci sia di
speciale in una scuola, soprattutto in contesti in cui di scuole se ne
incontrano in ogni dove. È una scuola italiana perfettamente integrata e
accettata nel contesto in cui si trova; per questo è un luogo speciale, una
casa, non solo per me ma per tutti coloro che lo frequentano. È il luogo in cui
con serenità ho affrontato le mie paure e debolezze, in cui sono cresciuto, è
il luogo che ringrazio.
A pochi giorni dal rientro mi sento triste e sconvolto.
Penso a Sangmélima, a Villaggio e a tutta la gente che ho incontrato in questo
viaggio per sentirmi sollevato, mi sento felice quando percepisco che questi
luoghi e queste persone esistono e continueranno ad esistere su questa terra.
Grazie, continuate ad esistere.
Valerio Catania
Volontario in Servizio Civile in Camerun
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