I nostri Progetti

giovedì 10 marzo 2016

Diario Equatoriale - Parte I di Valerio (Rappresentante Paese)

Inauguriamo una nuova, piccola rubrica: il "Diario Equatoriale" di Valerio, il nostro "rappresentante-Paese", in Camerun ormai da 5 anni. Questo diario fu scritto nel suo primo anno in Africa, quando era ancora un "semplice" volontario in Servizio Civile.Il racconto uscirà in sei puntate, una a settimana. Di seguito, trovate la prima: "Impressioni di febbraio". 

Buona lettura!


[17 febbraio 2011] Scusate il ritardo. E’ vero che il mio progetto prevedeva anche connessione wi-fi, ma siamo pur sempre in Africa e quindi il modem è stato grillé da un fulmine il giorno prima del mio arrivo mentre per attivare la carta Sim locale mi hanno detto che ci vorranno 3 giorni (hanno anche aggiunto che mi dovevo ritenere fortunato perché prima ci volevano tre settimane!). Fatta questa premessa, qui è il Paradiso! L’arrivo era già stato beneaugurante: l’aeroporto di Yaoundé si trova nella foresta, e noi, avendo un’ora di ritardo (siamo arrivati verso le 18) abbiamo potuto assistere alla nebbia che emergeva dagli alberi, uno spettacolo.  L’odore che respiri appena arrivato è un profumo di umidità e di buono, un profumo capace di tranquillizzare, di farti sentire a casa. E’ l’odore che avevo lasciato in Gabon e che fortunatamente ritrovo qui. Anche il Villaggio Fraternité è immerso nella foresta, siamo a pochi km di strada rossa e polverosa da Sangmelima la belle (chiamata ufficialmente così da quando è stata nominata la città più pulita del Camerun, titolo guadagnato grazie all'ex sindaco). Il villaggio si estende su un territorio scosceso abbastanza ampio. Al suo interno ci sono una dozzina di edifici (scuola, mensa, ufficio, quattro case, area giochi), un pozzo dove vengono a rifornirsi le famiglie locali, un bananeto, un orticello che stiamo cercando di riavviare, e una piccola area giochi. Il tempo si espande, perde la sua misurabilità, tutto diventa “atemporale”. Come ha detto Abu, un ragazzo Haussa del Camerun del Nord che, come mi ha dimostrato, conosce a memoria le strade di Yaoundé, il tempo “siamo noi a fabbricarlo, se c’è bisogno di tempo noi lo creiamo”.
In realtà questa settimana sarà tranquilla perché la scuola è chiusa per un corso di aggiornamento delle maestre, ma dalla prossima si inizierà a pieno regime.  
L’impressione è di trovarti in un’altra dimensione con questi alberi enormi che ti osservano dietro la staccionata bianca del villaggio, gli uccelli equatoriali che cantano di giorno e urlano di notte, le lucertole colorate che camminano sui muri, le papaye e i manghi che puoi raccogliere per terra, la terra rossa che entra ovunque, negli occhi, nelle scarpe, fra i capelli. Mentre scrivo sono le 8:24 di giovedì 17 febbraio[2011]. La sveglia è suonata alle 6:40 per andare a prendere Pauline e George al villaggio per poi portarli a scuola. Oggi la Toyota station wagon la guidava Denise; ieri invece è stato il mio “battesimo del fuoco”. Guidare per queste strade sterrate, con la macchina carica di bambini è veramente un’emozione straordinaria. Ho detto carica perché all’andata i bambini erano solo due, ma al ritorno, in macchina, eravamo almeno 8 o 9.


                                                                                                                                                                                                                                                                                  [continua...]

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.